Errori (IN)visibili - Riesci a vedere ciò che agli altri sfugge? // Recap (2)
- Elisa Lucchesi
- 11 mag
- Tempo di lettura: 5 min

Secondo Recap di Errori (IN)visibili!
Intanto: grazie a tutti! Mi fa davvero piacere vedere tanta partecipazione, anche da parte di chi con la correzione di bozze non ha nulla a che fare. Alcuni di voi lo prendono come un gioco, proprio come i “Trova le differenze” di Mordillo degli anni ’90 (Millennial, voi sapete).
Ma oltre al divertimento, l’obiettivo è allenare l’occhio e stimolare una maggiore attenzione ai testi, sia nella lettura che nella scrittura.
Gli errori che propongo sono un mix: alcuni sono refusi semplici, altri più insidiosi. Tutti, però, servono a un fine: riflettere su come anche un piccolo dettaglio possa cambiare la chiarezza e l’efficacia di un testo. Che si tratti di una mail formale, un CV, una lettera di presentazione o – per voi autori e autrici – una bozza in fase di revisione, la coerenza fa la differenza.
Altro punto: vi propongo sempre libri che mi sono piaciuti davvero, partendo da incipit che spero vi incuriosiscano e vi spingano a leggere romanzi che, per me, sono stati bellissimi.
1. Demon Copperhead, Barbara Kingsolver
Uno dei libri più belli che abbia mai letto. Forse perché richiama David Copperfield, forse per la scrittura potente della buona Barbara, forse per i temi attuali e duri — dipendenza, povertà, infanzia abbandonata — trattati con uno sguardo ironico ma empatico. Un romanzo crudo, vero, eppure profondamente umano. Al tempo non avevo ancora il blog, ma ne avevo parlato sull'Instagram QUI!

Errori segnalati:
cosí → così
L'accento corretto è l’accento grave, non acuto. Gli accenti sbagliati sono uno degli errori più comuni e spesso passano inosservati.
in cinta → incinta
“Incinta” si scrive tutto attaccato. “In cinta” ha tutt’altro significato (tipo “dentro una cintura”?).
Mr. Peggot.
L’abbreviazione “Mr” non richiede il punto. Inoltre, nel testo poco dopo troviamo Mrs Peggot, senza punto. La coerenza è importante, anche nella punteggiatura.
a aspettare → ad aspettare
Qui entra in gioco la nostra amatissima d eufonica. La regola vuole che tendenzialmente tra due vocali uguali si inserisca la d eufonica per rendere il suono più fluido.
Quindi, si scrive ad aspettare. Nel testo troviamo altri esempi simili: C’era una discreta folla ad assistere e ed eccola, la biondina platinata che si fumava le sue Pall Mall. Questo lascia pensare che la casa editrice adotti norme redazionali che prevedono l’uso sistematico della d eufonica, quindi è bene mantenere coerenza anche in questo.
Capacisima → Capacissima
Manca la doppia.
💡 Errore bonus: il righino
Nel brano esaminato compare un righino — ossia una riga isolata di testo che rimane da sola all’inizio o alla fine di una pagina o colonna, in fase di impaginazione. Nel nostro caso non stiamo lavorando su un impaginato vero e proprio, ma è utile fare come se lo fosse, perché anche in fase di revisione testuale bisogna tenere conto di questi dettagli.
In editoria, questi elementi hanno nomi specifici:
Vedova: l’ultima riga di un paragrafo che finisce da sola in cima a una nuova pagina o colonna.
Orfana (o testa di vedova): la prima riga di un paragrafo lasciata da sola in fondo alla pagina precedente.
Righino: riga particolarmente breve — spesso una sola parola — che chiude un paragrafo, lasciata isolata su una nuova riga. Anche se non è tecnicamente una vedova o un’orfana, può comunque creare fastidio visivo o spezzare il ritmo.
Perché è importante segnalarli?
Perché influiscono sulla leggibilità e sull’equilibrio visivo della pagina. Un buon impaginato non è solo corretto nei contenuti, ma anche armonioso alla vista. Segnalarli significa avere cura del testo nella sua interezza, forma compresa.
2. La verità sul caso Harry Quebert, Joël Dicker
Il caro Joël Dicker ci ha regalato un vero e proprio page turner: lo inizi e non riesci a smettere. La mia copia è consumata, letta da tutta la famiglia — grazie a mamma e papà per il consiglio!
Popolare? Sì. Commerciale? Sì. Ma anche dannatamente efficace.
Se qualcuno, a freddo, mi chiede: consigliami un thriller, io penso subito a questo.

Errori segnalati:
sopratutto → soprattutto
Classico errore ortografico, eppure comunissimo. La forma corretta è con due “t”. Deriva da “sopra” + “tutto”, quindi ha dentro due parole forti, e la doppia serve anche a dare il giusto ritmo fonetico.
Massachusets → Massachusetts
I nomi geografici e propri devono sempre essere verificati, anche quando “sembrano giusti” a orecchio. Una lettera sbagliata — in questo caso, una “t” mancante — può creare un inciampo visivo e un’impressione di sciatteria.
Punteggiatura nei dialoghi
Questo è un errore più tecnico, ma importante: se in tutto il testo i segni di punteggiatura all’interno dei dialoghi vengono messi dentro le virgolette, allora deve essere sempre così.
La coerenza tipografica, in questo caso, è un segnale forte di qualità editoriale. Non è solo forma: aiuta anche a mantenere il ritmo e la chiarezza della lettura.
E’ → È
Il classico apostrofo al posto dell’accento. È uno degli errori più diffusi nell’era delle tastiere veloci, ma resta sbagliato. "È" è una lettera accentata, non una E con apostrofo. Alcuni font le rendono simili, ma un testo curato — soprattutto pubblicato — non dovrebbe contenere questa svista.
provocarGLI → provocarLE
L’errore qui è nella concordanza del pronome. Il contesto è: quando stai per giocare al dottore con una delle tue ammiratrici e pensi solo a provocarle un orgasmo misurabile.
Se stai parlando di una delle tue ammiratrici, il pronome oggetto indiretto è “le” (a lei), non “gli” (a loro, le tue ammiratrici). È un errore grammaticale ma anche logico, che può creare ambiguità o fraintendimenti.
3. Il dio dei boschi, Liz Moore
Thriller familiare uscito nel 2024. C’è dentro tutto: una ragazzina scomparsa, salti temporali, flashback, tensione psicologica. A tratti forse un po’ troppo pieno, ma Liz Moore ha la capacità di rendere tutto credibile e coinvolgente.

Errori segnalati:
piena allegria → piena di allegria
Qui manca una preposizione. Errori simili — preposizioni, pronomi o particelle dimenticate — sono molto frequenti anche nei testi già pubblicati. Spia di una revisione non abbastanza attenta.
manca la – di apertura
Frase: L’unica torcia presente nel bungalow – l’assenza della quale serve, anche di giorno, a indicare che le ragazze sono in bagno – è al suo posto su una mensola vicino alla porta.
In casi come questo, dove l’inciso è lungo e pienamente inserito nella sintassi della frase, è importante che il trattino sia doppio: uno in apertura e uno in chiusura, proprio come accade con le parentesi.
Nota bene: non è una regola assoluta. Ci sono casi editorialmente accettabili in cui si usa un solo trattino (di chiusura) per incisi brevissimi o inseriti con effetto stilistico. Ma qui non è quel caso: il contenuto dell’inciso è corposo e necessita di una marcatura completa per essere ben leggibile.
si girò → si gira
Il tempo verbale dev’essere coerente. Se il resto del brano è al presente, un passato isolato risulta un errore.
riscomparsa → ricomparsa
Refuso evidente: manca una lettera e la parola cambia senso (o diventa incomprensibile).
propio → proprio
Errore ortografico talmente brutto che neanche Word lascia passare.
Beccato qualche refuso?
Beh non fatemela passare liscia!!
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