Istanbul, tra libri e realtà.
- Elisa Lucchesi
- 21 ott 2024
- Tempo di lettura: 12 min
Aggiornamento: 22 ott 2024
Tre libri per conoscerla, un itinerario per visitarla
Bisanzio, Costantinopoli, Nuova Roma, Istanbul. Una città dai molteplici nomi, impregnata di storia, tradizioni. Divisa dal Bosforo, metà europea e metà asiatica, da sempre crocevia di etnie, lingue e religioni, ma anche impotetente spettatrice di feroci lotte civili.
E siccome sono tornata da poco da questa magnifica città, ho scelto di parlarvene a modo mio, fondendo libri e realtà:

UN LIBRO PER STUZZICARE LA CURIOSITÀ: LA BASTARDA DI ISTANBUL, ELIF SHAFAK

Perché ho scelto di visitare Istanbul?
Beh, tutto è partito da un libro, che ha instillato in me la curiosità, la voglia di passeggiare per le strade di questa grande metropoli, di respirare i profumi del Bosforo, di fermarmi per un tè.
Il primo libro di cui vi parlo è La bastarda di Istanbul, di Elif Shafak
La Shafak è una scrittrice che io adoro per il semplice fatto che i suoi libri “si percepiscono”.
Per me esiste una categoria di libri, che io definisco “sensoriali”, perché in grado di coinvolgere tutti i sensi: con la Shafak si VEDONO i colori: i colori dei fiori, delle stoffe, delle spezie e le erbe aromatiche. Si SENTONO veramente i profumi: della pioggia sull’asfalto, del tè fumante, dell’ashure, della cannella.
I suoi sono libri coinvolgenti, in tutto e per tutto, e questo vi farà venire voglia di partire per vedere quest’immensa città con i vostri occhi!
Il romanzo gira intorno ai concetti di identità e memoria, approfondendo in forma romanzata uno dei periodi più bui di Istanbul: la cacciata degli armeni dalla città, la repressione degli intellettuali, la diaspora, la dispersione di una nazione, di una lingua, una cultura.
Si gioca molto molto sul binomio presente-passato: incarnato da Asya, turca, e Armanoush, armeno-americana, due ragazze che si ritrovano a vivere insieme quasi per caso.
Per Asya il passato è un fardello che ci tortura, una catena che ci trattiene. Non ha mai conosciuto suo padre, è “spezzata”, non conosce le sue origini e non vuole conoscerle. “I ricordi pesano troppo”. Rappresenta quella Turchia che non vuole ricordare, che è spaventata da quanto successo e preferisce dopo un black-out andare oltre.
Per Armanoush non vi è presente senza ricordi. Armeno-americana incarna lo spirito della propria gente da generazioni e generazioni. Affronta un viaggio in Turchia proprio per ricostruire la storia della sua famiglia, per comprendere la se stessa di oggi e guardare negli occhi i fantasmi del passato.
Le vicende di Asya e Armanoush si intrecciano in un intricato groviglio di curiose circostanze: Armanoush si ritrova a vivere a casa di Asya e circondata dalle donne Kazanci: Zeliha, bellissima e anticonformista, la madre single di Asya, Feride, un po’ paranoica e ipocondriaca, attratta dalle storie tragiche, Cevriye, impostata e priva di senso dell’umorismo, Banu, spirituale e sensitiva, che sebbene sposata preferisce stare a casa con le sorelle, la madre Gulsum e la nonna Petit Ma, custode di un passato frammentato.
Quella che sembra la storia di due famiglie - una turca, l'altra armena, legate insieme in modo contorto nella tradizione del "dramma familiare", si trasforma lentamente in un racconto pieno della magia della metafora.
A far da sfondo una moderna Istanbul, città che non è una città...
Vivevamo fianco a fianco con ebrei, greci, armeni... Da ragazzo andavo a comprare il pesce da pescatori greci. Il sarto di mia madre era armeno, e mio fratello lavorava per un ebreo. Eravamo tutti mescolati. […] Perché Istambul non è una città […] È una città nave. Viviamo tutti su un vascello! […] Siamo tutti passeggeri, andiamo e veniamo a gruppi.
Questa improbabile e assurda amicizia tra le due, aiuterà Asya a riscoprire le sue radici culturali dimenticate e allo stesso tempo Amy a imparare a vivere di più nel presente e a scrollarsi un po’ di dosso il peso della sofferenza dei suoi antenati e mettere un punto a questa crociata per la memoria.
Con questo libro ho respirato i profumi di Istanbul, fatto compere al Gran Bazar, girato per strade e vicoli e a fine giornata, mi sono seduta alla tavola sempre imbandita delle donne Kazanci a mangiare ashure con Petit-Ma. Dovevo per forza prendere un aereo per fare tutte queste cose anche nella realtà!
UN LIBRO PER CONOSCERLA MEGLIO: I SEGRETI DI ISTANBUL, CORRADO AUGIAS

Quindi pronti via! Partiamo!
Ma dovevo informarmi di più. A Istanbul c'è troppo da vedere, troppo da fare, mica si può arrivare impreparati.
Non ero però alla ricerca di una classica guida turistica: per i viaggi sono solita informarmi su blog, internet e pagine Instagram.
Volevo un libro che mi raccontasse l'essenza della città, che me la facesse conoscere attraverso piccole chicche, curiosità, che non snocciolasse semplicemente una sfilza di dati decontestualizzati.
Sono incappata in I segreti di Istanbul di Corrado Augias e quanto son contenta quando un libro soddisfa pienamente le mie aspettative!
Questa, definiamola, "guida romanzata" era proprio quello che stavo cercando: leggendola mi è sembrato che un amico (molto colto) si sedesse con me al tavolino di un bar e davanti a un caffè mi raccontasse questa città.
Augias ci porta a passeggiare per la metropoli sul Bosforo attraverso 19 capitoli, ognuno di essi dedicato a uno specifico quartiere, monumento, personaggio storico, evento.
Grazie a questo libro non ho visto l'Ippodromo come una semplice piazza in cui fermarsi a riposare e mangiare un gelato. Augias ci invita ad andare oltre, ad immaginare: e così vi ho visto le tracce della città alle sue origini, la magnificenza di Costantinopoli, il suo vecchio centro pieno di vita. Vi ho visto Costantino dare ordini di piazzarvi la colonna serpentina in arrivo direttamente dal tempio di Delfi per consacrare la sua città, proprio come in passato l'oracolo aveva scelto Roma. Ho ammirato l'obelisco e ripensato al suo gemello che si trova davanti alla vecchia entrata della basilica di San Giovanni a Roma. Ho sentito le urla della rivolta della Nika.
Ampio spazio è dedicato ai racconti riguardanti il Palazzo Topkapi, centro amministrativo dell'Impero ottomano dalla seconda metà del XV secolo al 1856.
Entrando nell'Harem sembra di sentire il vociare delle ragazze, di vederle mentre si affannano per attirare l'attenzione della Valide Sultan, la madre del sultano, la vera padrona di questi luoghi.
Augias ci parla della "Gabbia", un singolare carcere dorato dove venivano rinchiusi i fratelli del sultano - per evitare fratricidi - e fatti uscire solo nel momento dell'ascesa al trono. Inutile dire che dopo una vita rinchiusi e circondati solo da schiavi sordumuti e da concubine, ne uscivano mentalmente instabili. O non ne uscivano proprio.
Accanto al palazzo troviamo poi l'immensa Basilica di Hagia Sophia, che fra tutti è la testimone più martoriata del passare del tempo e dei cambi di regni e sovrani.
Augias ci invita ad ammirare gli spazi vuoti creati dall'immensa cupola. Ce la descrive attraverso gli occhi incantati e sognanti di Edmondo De Amici (ebbene sì, l'autore di Cuore era anche una sorta di inviato a Istanbul verso la fine dell'800), e le parole poco lusinghiere di Mark Twain.
Veramente tantissime poi sono le storie dei personaggi che hanno calpestato le strade della Nuova Roma: approfondiamo la vita di Teodora, che da mima e ballerina di umili origini si ritrova a essere regnante quasi alla pari del marito Giustiniano; o Florence Nightingale inglese che arrivò nel quartiere di Scutari per curare le vittime della Guerra di Crimea e che si battè per la fondazione di una moderna idea di ospedale.
Non mancano poi lunghe e puntuali digressioni storiche, il Concilio di Nicea, la storia del cristianesimo, ma si alternano benissimo con curiosità più leggere e attuali: andate a prendere il Tünel (1875), la funicolare sotterranea che collega Karaköy e Beyoğlu, cronologicamente parlando, è seconda solamente al The Tube di Londra (1863)!
Questo libro ha veramente influenzato il mio viaggio, sia in termini di scelte di itinerario sia di emozioni, ma ricordatevi che se state cercando una guida, non è il libro giusto per voi!
UN LIBRO PER SUPERARE LA NOSTALGIA: LA CASA SUL BOSFORO, PINAR SELEK

Siamo pronti a fare le valigie e tornare in Italia, ma non a lasciare Istanbul.
Avevo ancora gli occhi troppo pieni di caos e colori e avevo ancora voglia di Istanbul, per cui ho ripiegato su La casa sul Bosforo, di Pinar Selek.
Prima di tutto due parole sull'autrice: femminista, antimilitarista, scrittrice, sociologa, militante infaticabile, Pinar Selek è un’acrobata che costruisce ponti tra lotte diverse. Viene costretta ad abbandonare la Turchia nel 2009, per un reato che non ha commesso. Dopo due anni passati in Germania si è stabilita in Francia. Nonostante le difficoltà dell’esilio, continua a lavorare e a viaggiare, condividendo le sue lotte. Viene condannata nel 2023 all'ergastolo.
Le storie narrate ne La casa sul Bosforo abbracciano un periodo di ventanni.
Il libro si apre con una Istanbul in subbuglio, all'alba del colpo di Stato del 1980.
In questi vent’anni, seguiamo principalmente le storie di quattro personaggi: Elif, studentessa di filosofia ribelle, che lotta per un mondo più equo e giusto, che crede nella libertà e nel potere della rivoluzione. Hasan, musicista benestante che sogna di girare il mondo e toccare con la musica gli animi delle persone come si pizzicano le corde di una chitarra, perchè la musica è in grado di oltreppassare tutti i confini imposti dall'uomo.
Salih, apprendista falegname di umili origini, dal cuore grande ma schiacciato e oppresso dalle mille responsabilità nei confronti della sua famiglia e Sema in cerca di se stessa, smaniosa di scoprire il mondo, affamata di storie che vengono da fuori, che dovrà partire per ritrovarsi.
Ma il cuore pulsante del romanzo è il quartiere di Yedikule, carico di storia, di tradizioni, che conserva la sua autenticità nonostante lo scorrere del tempo. Un quartiere vivace, colorato, movimentato. Tutti i personaggi sono vivi, tangibili, di tutti conosciamo l’origine, la vita quotidiana, il mestiere, le minuzie. Tutti si ritrovano alla Farmacia Lale, aperta con grandi sacrifici dal padre di Elif, e che negli anni diventa un vero punto di ritrovo e un centro di aggregazione che rifugge stereotipi e pregiudizi e abbraccia la politica delle seconde occasioni.
E' una storia non priva di ombre, il libro comincia con la denuncia del colpo di Stato del 1980 e descrive personaggi assetati di libertà e giustizia sociale, tentati dal terrorismo o spinti all’esilio. E in ultimo è anche una storia utopista e di confine, popolata da minoranze curde, armene e greche ben visibili: la resistenza curda è attiva, la cultura armena presente, i pogrom contro i greci nel 1955 e durante la crisi di Cipro vengono evocati.
Un libro bellissimo e toccante, che ci presenta la comunità al suo stadio più semplice e puro: del tè sempre a bollire e due orecchie sempre pronte ad ascoltare.
Leggendolo terrete Istanbul con voi, ancora per un po'.
TIPS E CONSIGLI
Quando visitare Istanbul: noi siamo andati ad ottobre e il tempo era perfetto!
Vestiario: abiti comodi e appropriati. La città è bellissima da scoprire a piedi, quindi scarpe comode prima di tutto. Da evitare vestiti e pantaloni corti, così da poter entrare e uscire liberamente dalle mille mila meravigliose moschee.
Mezzi pubblici: appena arrivate a Istanbul, non dimenticatevi di fare la Istanbulkart: il prezzo della carta è di 130 lire turche (3.50€) e vi permetterà di prendere autobus, treni, metro, tram, battelli e la funicolare; è una carta ricaricabile e basta farne una in due. Comodissima e praticissima.
Aeroporti: sono due quelli principali, il Nuovo Aeroporto Internazionale di Istanbul (ISL) a 35 km dal centro e il Sabiha Gökçen a 50 km dal centro, sul quale volano le principali compagnie low cost. Volando con Pegasus siamo proprio finiti in quello più lontano, ma poco male, i mezzi pubblici funzionano benissimo e abbiamo raggiunto il nostro Hotel in tempi relativamente brevi.
Internet e cellulare: vi consiglio di comprare una Esim prima della portenza. Si attiverà una volta approdati su suolo turco :) Noi abbiamo scelto Hola Fly . Controllate però che il vostro cellulare sia compatibile. Il mio non lo era, quindi ne abbiamo fatta solo una e poi la usavamo come hotspot.
Dove alloggiare: noi siamo stati all'Old Port Hotel nel quartiere di Sirkeci. Posizione ottima, personale stra gentile, pulito.
Attenzione ai prezzi: assicuratevi che i prezzi del ristorante siano sempre esposti e applicate sempre la Regola della Chorba (non è di mia invenzione, credit to la mia amica Giulia:)) . La Chorba è una sorta di zuppa di lenticchie il cui prezzo si aggira intorno alle 60/70 lire turche. Se dal menù vi accorgete che costa di più, è molto probabile che i prezzi di tutti gli altri piatti siano eccessivi!
ITINERARIO 6 GIORNI
Giorno 1:
Visita alla Basilica Cisterna, la più grande cisterna sotterranea ancora conservata ad Istanbul, semplicemente magnifica - 25 €
Hagia Sophia: non si può non visitare, MA: o arrivate prima dell'apertura (alle 9:00) o comprate prima i bilgietti. Fate attenzione, fuori dalla basilica vi promettono biglietti salta fila al prezzo di 50 € con guida compresa!! Noi ne abbiamo spesi 33€ (invece di 25€) da questo sito (niente guida), ma ci siamo evitati 3 ore di fila (eravamo arrivati alle 9.40)
Moschea Blu: attenzione agli orari. Durante le funzioni i turisti non possono entrare.
Passeggiata per l'Ippodromo (colonna serpentiforme, obelisco, fontana tedesca...)
Giretto per il Quartiere Sultanahmet e coccole ai gatti
Moschea di Solimano: il panorama da qua è bellissimo!
Cena deliziosa da Zübeyir Ocakbaşı, piatti tipici e una griglia...particolare!
Giorno 2:
Palazzo Topkapi - costo dell'intero biglietto, comprensivo dell'Harem, intorno ai 46 €, ma li vale tutti. Per visitarlo abbiamo impiegato un'intera mattinata. (chiuso il martedì)
Pranzo bizzarro da quello che sembra essere il "re del bulgur" Çiğköfteci Ali Usta, a me non ha fatto impazzire, ma vederlo mentre prepara i rotoli, è un vero e proprio show!!
Moschea di Rüstem Pascià
Visita a Piazza Taksim e foto con lo storico tram rosso
Passeggiata per İstiklal Caddesi, una delle vie più frequentate nel quartiere di Beyoglu. Provate a buttare l'occhio nelle traversine, sono ricche di sorprese.
Torre di Galata, purtroppo non siamo saliti... troppa gente!
A cena abbiamo fatto un po' gli italiani, ma giuro che non abbiamo mangiato pizza, ma pida da Hocapaşa Pidecisi !
Concludiamo la serata in un posto magico (anche qua, grazie Giulia) da Erenler Nargile. Un posto autentico, vero, frequentato dai locals, dove fumare del buon Narghilè e fare due chiacchiere mentre si beve un tè caldo.
Giorno 3:
Moschea Yeni
Visita a Balat, il quartiere ebraico e Fener, il quartiere greco. Case e viuzze colorate, negozi di artigianato, un'infinità di cafè, un'atmosfera unica. Prendetevi del tempo per visitare questi quartieri, e mi raccomando, mangiate il pane!
Passate anche da Cafe Naftalin K, per tè, simpatici biscotti, un bellissimo arredamento e palle di pelo acciambellate ovunque
La sera abbiamo preso la funicolare (belissima!) per andare a mangiare da Aret in Yeri, buono dai.
Giorno 4:
Colazione Turca! Istanbul è famosa proprio per le sue ricche colazioni. Se non siete amanti delle colazioni salate forse non farà al caso vostro, ma io l'ho adorata. Siamo andati da Mesopotamian Breakfast Brunch Cafè : ci sembrava meno turistico di altre opzioni. Comunque vista pazzesca, cibo buono, poco affollato e abbiamo pagato 795 lire turche (21€) in due.
Visita alla parte Asiatica: abbiamo preso il battello così da goderci la vista della città su entrambe le sponde. Spesso la parte Asiatica non viene visitata, io ve la consiglio caldamente:
La Kiz Kulesi, la chiesetta in mezzo al mare, suggestiva e romantica;
Il quartiere di Kadıköy dove abbiamo fatto un po' di shopping e coccolato un po' di gatti;
Il quartiere di Üsküdar, pieno di localini e cafè.
A Üsküdar abbiamo pranzato da Hatice Anne Ev Yemekleri, bellissimo e cibo buonissimo. Il proprietario aveva una strana passione per la Triestina e una fissazione con il buon macellaio Dario Cecchini.
Giorno 5:
Gitarella a Ortaköy e visita della bellissima Moshea Büyük Mecidiye, che affaccia proprio sul mare.
Su quel versante ci sarebbe anche stato il palazzo Dolmabahçe, ma abbiamo deciso di saltarlo, per andarci invece a spaparanzare in un bel parco e goderci i gatti.
Shopping! Grand Bazar, Mercato delle Spezie i più famosi, assolutamente da visitare, ma i veri "affari :D" si fanno nelle stradine laterali. Ricordatevi di contrattare sempre!
Cosa comprare assolutamente? I cristalli di eucalipto per il raffreddore. La boccetta piccola viene 65 lire.
Cena da Şehzade Cağ Kebap dignitosa bettola veramente deliziosa! Spiedini di carne da arrotolare insieme a yogurt, pomodori, cipolle... ci siamo sporcati anche l'anima, ma erano buonissimi.
Giorno 6:
Ultimo giorno.
Siamo tornati nei posti che ci sono piaciuti di più, abbiamo passeggiato a caso e finito di comprare due regalini. Siamo tornati a fumare il Narghilè e abbiamo tentato l'esperienza dell'hammam con scarso successo. Eravamo assolutamente impreparati e ci siamo fatti abbindolare come due polli. Vi consiglio di informarvi bene e trovare un posto serio così da non privarvi di questa bellissima esperienza. Dove NON andare? QUI!!!
Ultima cena squisita da Pera Antakya. Abbiamo preso 8 mezes da condividire con della pita soffice e croccante, slurp.
Ultimi consigli: spostarsi a piedi è molto bello e ci dà la possibilità di vedere più cose possibile, ma se state tanti giorni, evitate di stancarvi a caso. I mezzi pubblici ci sono, sono economici e funzionano bene, preferite sempre il tram.
Noi non abbiamo fatto la crociera perchè non ci interessava, però abbiamo preso i battelli per spostarci da una sponda all'altra ed è più o meno la stessa cosa, al costo di 0.2 € a tratta.
Per andare a Istanbul basta la carta di identità, (purché integra e leggibile). Se scegliete di usare il passaporto, assicuratevi che sia valido per oltre 6 mesi dalla vostra data di parenza.
E questo è tutto cari amici! Non esitate a contattarmi per informazioni di qualsiasi tipo.
Spero abbiate apprezzato questo post decisamente diverso dal solito!
Vi lascio anche il mio itinerario salvato su Google Maps. Ci sono tutti i posti che ho visitato, compresi i ristoranti😋.
E anche un po' di mie foto..
Ciao🐾
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