23 aprile: Giornata mondiale del libro
- Elisa Lucchesi

- 23 apr
- Tempo di lettura: 4 min
Celebrare i libri anche quando non riusciamo a leggerli
Il 23 aprile si celebra, sotto l’egida dell’UNESCO, la Giornata mondiale del libro e del diritto d’autore.
Una data non casuale, scelta per commemorare un giorno speciale nella storia della letteratura: il 23 aprile 1616 morirono, in angoli diversi del mondo, tre grandi autori — Garcilaso Inca de la Vega, Miguel de Cervantes e William Shakespeare. Un piccolo segno del destino che ci ricorda quanto la letteratura sia patrimonio universale e senza confini.
Questa giornata è un’occasione per riflettere sul valore dei libri e su come possano — o debbano — essere accessibili a tutti: bambini, adulti, uomini e donne. La lettura non è solo piacere o passatempo, ma anche strumento di educazione, veicolo di cultura, scienza, informazione.
Ma oggi voglio anche parlare di un tema che sembra andare in direzione opposta: il blocco del lettore. Quel momento (che può durare giorni, settimane, perfino mesi) in cui leggere sembra un’impresa titanica. A volte la vita ci schiaccia con le sue urgenze o ci sfianca con la sua stanchezza, e la lettura smette di essere rifugio. È successo anche a me, qualche anno fa.
Cercavo conforto nei libri, ma nessuna storia mi sembrava adatta. Mi mancava la voglia, l’attenzione, la curiosità.
E allora sono andata in libreria. Non per cercare qualcosa in particolare. Ed è stata una giovane libraia a consigliarmi un titolo: La biblioteca dei giusti consigli di Sara Nisha Adams.

Non pensavo che mi avrebbe cambiato qualcosa. La verità? Ero scettica. E oggi, a essere sincera, non lo considero neanche uno dei libri migliori che abbia mai letto. Ma era il libro giusto al momento giusto. Avevo bisogno esattamente di quella storia.
Aleisha, la protagonista, non è una lettrice appassionata. Ha perso fiducia nei libri, si sente distante. Ma poi, per caso, inizia un lavoretto in biblioteca. E quando un anziano signore, Mukesh, le chiede un consiglio di lettura, lei trova una vecchia lista in un libro e gliela passa. Ma Mukesh torna. E vuole parlarne. E così, lei è costretta a leggere.
E succede la magia.
Libro dopo libro — Il buio oltre la siepe, Orgoglio e pregiudizio, Piccole donne — Aleisha (e anche Mukesh) scopre che ogni romanzo può curare una piccola ferita. Può riaccendere una luce. Può offrire una possibilità. La letteratura si rivela, pagina dopo pagina, non solo intrattenimento, ma vera cura dell’anima.

E così è stato anche per me. Dopo La biblioteca dei giusti consigli, ho letto quasi tutti i libri citati al suo interno. Uno dietro l’altro. Come se avessi finalmente ritrovato la strada. Come se la lettura fosse tornata a essere quello che era sempre stata per me: rifugio, nutrimento, viaggio, casa.
Ed ho iniziato a pensare a una mia personale lista "in caso di bisogno":

Shantaram, per chi sente il bisogno di mollare tutto e partire. È un romanzo fiume, travolgente, che ti porta nelle strade di Bombay e ti fa vivere mille vite in una. Ci trovi redenzione, caos, bellezza, criminalità, filosofia e un’umanità che non si dimentica. Un libro per chi ha voglia di evadere, perdersi e, nel caos, ritrovarsi.
Fiori per Algernon, per chi si è mai sentito “diverso”, fuori posto, o troppo fragile per questo mondo. È una storia che ti spezza il cuore con dolcezza, ti fa riflettere su cosa significa essere umani. Un libro per chi vuole sentire tutto, senza filtri.
Alta fedeltà, per chi ha appena chiuso l'ennesima storia e si è chiesto “sono io il problema?” È ironico, disordinato e profondamente umano.Un libro per chi ha bisogno di ridere di sé, senza smettere di sentirsi capito.
Demon Copperhead, per chi si sente incastrato in una situazione da cui sembra impossibile uscire. È duro, intenso, ma pieno di cuore. Un libro per chi è caduto e ha bisogno di una spinta per rialzarsi.
Le avventure di Tom Sawyer, per tornare a quando tutto sembrava più grande: i giochi, le sfide, le paure e i sogni. È un tuffo nell’infanzia, quella vera, fatta di fango, bugie creative, coraggio improvviso e libertà assoluta. Un libro per chi vuole riscoprire il bambino che era.
Piranesi, per chi si sente smarrito dentro di sé. Misterioso, onirico, quasi ipnotico. Un libro per chi si sente imprigionato e vuole liberarsi — anche solo con la mente.
Per questo, oggi, 23 aprile, voglio celebrare i libri anche per la loro capacità di aspettarci.
Perché non sempre siamo pronti a leggere. E va bene così. Ma i libri non vanno da nessuna parte. Restano lì, pazienti, sulle mensole e nei cuori. Pronti a tornare da noi appena torniamo a loro.
Buona Giornata del Libro a chi legge sempre, a chi non legge più, a chi non ha mai smesso e a chi ricomincerà domani.



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