Personaggi piatti? Vediamo un po'...
- Elisa Lucchesi
- 19 giu
- Tempo di lettura: 4 min

I lettori si affezionano ai personaggi più che alla trama.
Possono perdonare qualche inciampo nella storia, ma non seguiranno mai figure piatte, stereotipate o incoerenti.
Scrivere un buon personaggio non significa fare una scheda lunga tre pagine.
Significa metterlo in scena con coerenza, contrasto, azione e sottotesto.
Oggi ti do 8 dritte concrete per scrivere personaggi che restano in mente.
1. Gerarchia chiara, voci distinte
Ogni personaggio ha un ruolo specifico nella storia.
Il protagonista deve spiccare: la sua voce narrativa, il suo arco evolutivo e la sua presenza devono dominare il racconto. I personaggi secondari rafforzano il tema o mettono in crisi il protagonista, mentre le comparse servono a delineare il contesto.
Esempio narrativo: In Breaking Bad, Walter White è sempre il centro, ma personaggi come Jesse o Hank non sono solo "comprimari": mettono costantemente alla prova la sua trasformazione.
2. Personaggi non stereotipati
Evita di incasellare i personaggi in etichette tipo la ragazza tosta, il bello e dannato, il genio tormentato. Parti pure da un archetipo, ma poi lavoraci sopra: contraddizioni, dettagli inaspettati, storia personale.
Esempio narrativo: Lisbeth Salander (Trilogia Millennium) potrebbe sembrare la classica outsider hacker, ma la sua profondità psicologica, il trauma vissuto e il modo in cui reagisce alle ingiustizie la rendono unica.
Esempi pratici
❌ Invece di scrivere:
Luca era il classico nerd: occhiali spessi, sempre al computer, incapace di parlare con le ragazze.
✅ Prova a scrivere:
Luca sapeva smontare un tostapane e rimontarlo meglio.
Non guardava mai negli occhi, ma quando parlava di satelliti, lo faceva come se ci avesse vissuto sopra.
👉 Niente etichette: un “tipo” sì, ma con dettagli che lo rendono unico e vivo.
3. Ambiente e personaggio
I personaggi non ciondolano nell'etere. L’ambiente plasma le loro scelte, i loro limiti, la loro visione del mondo. E a sua volta, il personaggio può agire sull’ambiente, trasformarlo.
Esempio narrativo: In Orgoglio e pregiudizio, la società inglese dell’epoca modella profondamente i desideri e i conflitti di Elizabeth Bennet. La sua vivacità intellettuale e indipendenza si scontrano con i codici sociali e familiari del tempo.
Esempi pratici
❌Invece di scrivere:
Luca viveva a Milano. Lavorava in un’azienda e odiava il suo capo.
✅ Prova a scrivere:
Ogni mattina, Luca si sedeva sul tram delle 7:32 e contava i secondi di ritardo.
Aveva imparato a leggere i pensieri del suo capo dal tintinnio del cucchiaino nel caffè: se sbatteva, era incazzato.
👉 Il primo esempio informa, il secondo racconta.
4. Schede personaggio, ma niente infodump
Conosci i tuoi personaggi a fondo: nome, età, aspetto, background, segreti, ferite.
Anche per i secondari. Ma non raccontare tutto subito. I dettagli vanno dosati.
Esempio narrativo: In Il buio oltre la siepe, il lettore scopre Atticus Finch gradualmente, attraverso le azioni, lo sguardo dei figli, i dialoghi. Non c’è mai un paragrafo che ci racconta chi è. Ce lo fa capire la narrazione.
Esempi pratici
❌ Invece di scrivere: Marta ha 34 anni, lavora come architetta, ama l’arte giapponese e ha un cane di nome Yuki. È introversa ma determinata.
👉 Troppi dati presentati in blocco, nessuna funzione narrativa immediata. È un’informazione piatta, da scheda.
✅Prova a scrivere: Marta entrò in ritardo alla riunione, con una stampa di Hokusai sotto il braccio e l’odore di vernice ancora addosso. Non si scusò. Si sedette, aprì il progetto e disse: “Ho rifatto tutto. Quello di prima era mediocre.”
👉 Qui i dettagli agiscono: la stampa, la vernice, il ritardo, la frase secca. Mostrano chi è Marta, senza bisogno di elencarlo.
5. Mostra, non raccontare
Le azioni rivelano più delle parole. Evita frasi come "era aggressivo". Mostralo.
Esempio narrativo: In Revolutionary Road di Richard Yates, il conflitto tra i protagonisti emerge dai gesti quotidiani, dai silenzi tesi e dai dialoghi pungenti.
Esempi pratici
❌ Invece di scrivere:
Giovanni era un uomo autoritario e aggressivo.
✅ Prova a scrivere:
Giovanni entrò senza bussare, sollevò lo sguardo da sopra gli occhiali e nessuno osò continuare a parlare. “Avete finito di perdere tempo?” disse, senza bisogno di alzare la voce.
👉 Mostra il carattere del personaggio attraverso azioni, dialoghi e reazioni altrui.
6. Dialoghi incisivi
Il modo in cui un personaggio parla racconta chi è.
Condizione sociale, accento, mestiere, amicizie, tutto influisce sul linguaggio.
Nessuno parla allo stesso modo.
Esempio narrativo: In Gomorra (Saviano), i personaggi parlano con gergo, ritmo e struttura che riflettono il contesto criminale e sociale in cui vivono. Non potrebbero essere trasportati in un altro romanzo senza stonare.
Esempi pratici
❌Invece di scrivere:
“Buongiorno, signora. È un piacere conoscerla”, disse il muratore di quartiere.
✅Prova a scrivere:
“’Giorno signò. Bella giornata per spaccà un muro, eh?” disse, asciugandosi la fronte con la manica.
👉 Qui la differenza non è solo nel linguaggio, ma nel personaggio che prende forma.
Il primo dialogo è piatto, generico, intercambiabile.
Il secondo ha ritmo, colore, gestualità: quel muratore esiste, ed esiste solo in quella storia.
7. Ogni dettaglio deve avere una funzione
Tic, abitudini, abbigliamento, oggetti personali… tutto deve parlare del personaggio o servire alla narrazione. Altrimenti è rumore.
Esempio narrativo: in Uomini e topi (Steinbeck), Lennie accarezza ossessivamente cose morbide: un topolino, i capelli di una ragazza, la stoffa di un vestito. Questo non è solo un tratto bizzarro: rivela la sua fragilità mentale e il suo bisogno di conforto, preannuncia la tragedia ecrea tensione ogni volta che compare. (Sì, Steinbeck è un mago, lo so).
Esempi pratici
❌Invece di scrivere: Il tappeto era verde, con motivi floreali.
👉 È solo decorazione. Nessuna tensione, nessuna utilità narrativa, nessuna risonanza emotiva.
✅ Prova a scrivere: Il tappeto verde, macchiato nell’angolo sinistro, era l’unico oggetto rimasto dopo che suo padre aveva svuotato la casa. Lei lo evitava sempre, come se camminarci sopra potesse far tornare a galla tutto.
👉 Il dettaglio non è neutro: porta con sé una storia, un’emozione, un peso.
È narrativo, non ornamentale.
8. Manuali sì, ma anche romanzi
Studiare la scrittura va bene. I manuali aiutano. Ma niente batte la lettura dei grandi autori: i personaggi migliori si imparano osservandoli in azione, sulla pagina.
Sto lavorando alla mia personale lista: manuali utili e romanzi con personaggi sorprendenti.
Arriva presto!
Hai scritto una storia e senti che i tuoi personaggi non respirano ancora del tutto?
Ti aiuto a rivederli, a lavorare sulle sfumature, a renderli vivi e coerenti.
Lo faccio attraverso il confronto, il dialogo e uno sguardo esterno che rispetta la tua voce!
Scrivimi: elisalucchesi@elibrieditoria.it
Ho trovato questo articolo di Elisa molto utile, mi ha aiutato a fare il punto sulla questione "personaggi". Elisa è molto preparata, si vede da come in pochi punti ha detto tutto ciò che di importante c'è da sapere per creare personaggi credibili. Mi trovo poi molto d'accordo con l'idea che i romanzi di grandi autori siano lo strumento principale per imparare, affiancati, certo, da ottimi manuali di narratologia. Brava Elisa, non vedo l'ora di leggere la tua lista! Piero