Piccoli incendi sul lago, vite comuni che bruciano
- Elisa Lucchesi
- 27 mag
- Tempo di lettura: 3 min

Lontananze affettive, assenze da elaborare.
Il passato che torna a bussare, gli oggetti che trattengono tracce di vita.
Amori che stringono troppo, ferite mute, verità mai confessate.
Disorientamento emotivo, frammenti di memoria, vecchie ingiustizie che non si sono mai estinte.
La paura sottile di perdere chi si ama, l’incapacità di lasciar andare chi non c’è più.
In Piccoli incendi sul lago, Tiziana Prelati compie un gesto discreto e potentissimo: scosta le tende delle case, quelle che proteggono l’intimità, e si affaccia dentro per ascoltare il respiro sommesso delle vite che abitano stanze ordinarie, a volte ingombre di memorie, a volte svuotate da assenze.
Le sue storie si muovono tra cucine spente, bagni con vasche in attesa, camere disabitate.
Sono questi gli spazi dove le emozioni si depositano, come polvere, senza far rumore.
Ma dentro, qualcosa brucia.
Ogni racconto è un piccolo rogo invisibile.
Non ci sono fiamme alte, ci sono invece scintille di verità taciute, silenzi che scottano, colpi bassi della vita che si sopportano in silenzio.
Sono donne e uomini comuni, quelli di cui nessuno scrive mai.
Madri, figlie, badanti, mariti, vicine, nipoti, coinquiline.
La distanza emotiva tra parenti che si vedono dopo anni.
La scoperta di non aver mai conosciuto davvero chi si amava.
La nostalgia che si appoggia sugli oggetti, sugli spazi, su certe fotografie incorniciate.
La memoria come radice e zavorra.
Il diritto silenzioso di restare, anche quando tutti ti vogliono altrove.
L’amore che si fa ossessione, la follia che si nasconde nella cura.
Il terrore di perdere chi si ama, l’angoscia muta che lascia la morte di qualcuno che non si riesce a lasciar andare.
I traumi familiari che si tramandano come mobili vecchi, i non detti che si insinuano nei corridoi.
E poi il desiderio: di cambiare abitudini.
Di concedersi un cocktail, una camicetta nuova, uscire la sera, dire un no, o dire un sì.
Il desiderio semplice, sovversivo, di esistere per sé.
C’è sempre un piccolo incendio.
Un’intuizione animale che salva.
Una paura infantile che non passa.
Un gesto definitivo compiuto in silenzio.
Una stanza che custodisce ciò che siamo stati.
Una bugia detta per sopravvivere.
Un lago in cui perdersi, forse per rinascere.
Troviamo, in ogni racconto, l’invisibile che arde.
Tiziana Prelati scrive di vite che non fanno notizia, le sue protagoniste non urlano, ma ognuna, nel suo modo, brucia.
Brucia dentro: di vergogna, di rabbia, di desiderio, di amore non ricambiato, di verità taciute.
Lo stile è sobrio, raffinato, mai freddo.
Non giudica, non commenta. Osserva.
E ci costringe a osservare anche noi, perché in queste case, dietro tende leggere,
ci siamo anche noi.
SULLA CASA EDITRICE
Il libro è pubblicato da Vita Activa Nuova, VAN Editrice, casa editrice indipendente fondata a Trieste nel 2021.
VAN nasce con una vocazione precisa: dare spazio a una cultura critica, libera, inclusiva, radicata in un territorio ma con uno sguardo ampio, nazionale e internazionale.
I suoi punti cardine sono chiari: il femminismo come lente per leggere la realtà; la memoria delle scritture dimenticate e la tensione verso il futuro; la divulgazione scientifica come strumento per comprendere il presente; l’attività letteraria e formativa come motore di crescita e confronto; la bellezza come guida, non decorazione.
Piccoli incendi sul lago esce nella collana La Rosa dei Venti, dedicata a narrazioni che esplorano tutte le direzioni dell’esperienza umana: i sentimenti che disorientano, le relazioni che cambiano, i luoghi interiori e concreti in cui ci si perde, o ci si ritrova.
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