Ruthie Fear, tra natura selvaggia e cicatrici emotive
- Elisa Lucchesi
- 21 nov 2024
- Tempo di lettura: 5 min
Ruthie Fear, Maxim Loskuntoff è un romanzo che coinvolge e avvolge il lettore in un'esperienza sensoriale profonda, un viaggio nelle emozioni e nelle percezioni che si intrecciano con la natura selvaggia e la crescita di una giovane protagonista. Il romanzo cattura ogni senso: si sente il profumo del sottobosco che si mescola alla terra umida, il trotto dei cervi in fuga che risuona nell'aria, e si percepisce il freddo pungente che scivola nelle ossa.
Un’opera che non solo si legge, ma si vive, una riflessione sulla crescita, il confronto con le proprie paure e la possibilità di trovare una nuova forma di equilibrio in un mondo sempre più alienante.

Una storia che ti colpisce con la sua intensità, con il suo modo crudo di raccontare la lotta per la sopravvivenza e la crescita di una giovane donna in un mondo duro e implacabile. Ambientato nelle terre selvagge e inospitali della Bitteroot Valley, Montana, dove la natura non è solo un contorno, ma un personaggio vivo, spesso nemico, ma a sua volta minacciato dallo sfruttamento e dalla distruzione.
Ma è anche una storia che esplora l'intimo legame tra una figlia e un padre tormentato, la sua relazione con gli uomini e la lotta per farsi strada in una vita segnata dalla povertà e dalla solitudine.
Il romanzo si apre con l’immagine di una creatura misteriosa che sembra osservare Ruthie da lontano, un'entità inquietante che si aggira nel buio della sua vita, quasi una manifestazione delle sue paure più profonde. Questa figura enigmaticamente animalesca, che torna più volte a spaventare Ruthie:
“Non è paura, è la sensazione che qualcosa ti stia guardando e che non ti piacerà mai quello che vedrà.”
La natura di Ruthie Fear non è un paesaggio bucolico, ma una forza primordiale che sfida ogni giorno la protagonista. Le montagne innevate, il freddo pungente, la desolazione di un paesaggio che sembra infinito e inospitale, sono parte integrante del romanzo. La natura è una presenza che opprime, talvolta potente e mostruosa e Ruthie vi è completamente immersa e legata ad essa: prova per la sua terra un inspiegabile amore viscerale. Terremoti, incendi, alluvioni scandiscono il passaggio dall’infanzia, all’adolescenza e infine all’età adulta. Suo timore e suo conforto.
La natura è tiranna, ma a sua volta vittima di nemici incontrollabili e distruttivi: l’urbanizzazione, il progresso, l’espansione della città e la gentrificazione stanno devastando gli ecosistemi vitali e le risorse naturali sconvolgendo la flora locale e riducendo il legame umano con l'ambiente naturale.
Dietro il velo di un progresso illusorio, si nasconde una distruzione irreversibile delle terre che definivano l'identità e la cultura dell'Ovest americano. Viene posta in evidenza una tragica realtà: l'incessante sfruttamento delle risorse naturali sembra ormai un meccanismo inarrestabile.
Un rapporto ambivalente di amore e odio, Ruthie lo ha anche con il padre.
Un padre assente, che non ha mai saputo come essere un punto di riferimento per sua figlia, ma che, nonostante tutto, continua a esercitare su di lei una forza magnetica e distruttiva. Ruthie cresce con il peso del suo passato, segnato dalla violenza e dalle dipendenze.
Il padre di Ruthie è una figura tormentata, che non è in grado di dare alla figlia né amore né protezione.
Un uomo incapace di dare un senso alla sua esistenza, che non riesce a comprendere né ad accettare i cambiamenti, che rifiuta il progresso e la globalizzazione perché minacciano i suoi punti di riferimento.
La sua presenza è costante, ma anche asfissiante, e il suo atteggiamento spinge Ruthie a cercare il suo posto nel mondo con determinazione e rabbia.
Se il padre è una figura fondamentale nella vita di Ruthie, anche gli altri uomini che attraversano la sua esistenza sono determinanti, ma sempre con un tono di conflitto. In un ambiente privo di madri, mogli, sorelle, Ruthie cresce in un mondo aspro e rude e il contatto con gli uomini è spesso fonte di sfiducia, di paura e di sofferenza.
"Come si fa a capire chi sei quando tutto quello che conosci sono uomini che ti deludono?"
Gli uomini nel romanzo diventano non solo un ostacolo, ma anche uno specchio delle difficoltà di Ruthie nel comprendere la sua identità, il suo posto nel mondo. Ogni incontro, ogni relazione, è una battaglia, e Ruthie, costretta a crescere in fretta, non ha il tempo di concedersi il lusso di fidarsi facilmente.
Ruthie cresce in una condizione di estrema difficoltà economica, in un mondo dove ogni risorsa è scarsa e la lotta per sopravvivere è all'ordine del giorno.
La povertà non è solo un fattore esterno, ma una condizione che plasmerà ogni sua scelta, ogni suo passo. Vive in una roulotte, estate e inverno, senza mai poter indossare vestiti puliti e senza mai trovare un piatto caldo sul tavolo, ma la scarsità di mezzi non è mai solo una questione materiale: è una forma di oppressione che ti tiene imprigionato in un angolo, senza via di fuga. Ruthie, in questo mondo di privazioni, deve lottare per affermare la sua esistenza, e non è solo la lotta contro la natura o gli uomini che incontra, ma anche contro un destino che sembra volerla tenere in un angolo buio e senza speranza.
Eppure, Ruthie è una combattente. La sua forza non è innata, ma una forza che nasce dal dolore, dalle privazioni e dalla sofferenza. Nel corso del suo viaggio, imparerà non solo a sopravvivere, ma a convivere con le ombre che la seguono, comprendendo che non sono solo nemici da sconfiggere, ma parti di sé da accettare.
*** ATTENZIONE SPOILER ***
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Il finale è spiazzante e aperto a molteplici interpretazioni e riflessioni: finalmente assistiamo alla resa dei conti, all'incontro finale con la misteriosa creatura. La creatura, che inizialmente potrebbe sembrare minacciosa, è infine accettata come parte di Ruthie, come una parte di sé che deve essere riconosciuta per poter crescere. Ruthie non è più la stessa ragazza che si perdeva nella sua solitudine e nelle sue paure, ma una giovane donna che ha imparato a confrontarsi con ciò che è più oscuro dentro di sé. La sua lotta non è solo contro gli altri, né solo contro le circostanze, ma anche contro le proprie paure interiori.
In un mondo in cui la modernizzazione spesso porta a una perdita di senso e di autenticità, esiste ancora la possibilità di trovare una nuova forma di equilibrio interiore, un ritorno alla natura e alla propria umanità più autentica, superando le forze che cercano di omogeneizzare l’individuo.
La creatura diventa un simbolo di resistenza alla disumanizzazione e alla perdita di sé, suggerendo che, nonostante gli incalzanti cambiamenti, esista ancora la possibilità di trovare stabilità emotiva.
SULL'AUTORE

Maxim Loskutoff è cresciuto nelle Montagne Rocciose del Montana occidentale, dove ancora vive. Ha pubblicato il suo primo racconto a diciannove anni e la sua raccolta d'esordio Come West and See ha vinto l'High Plains Book Award, è stata scelta come Editor’s Choice dal New York Times ed è stata selezionata come uno dei migliori libri del 2018 da NPR e Amazon.
Ruthie Fear è il suo romanzo d'esordio, con il quale ha vinto il Montana Innovation Award e l'High Plains Book Award nel 2021. Ha ricevuto recensioni stellate da parte di Kirkus, PW e Booklist, ed è stato finalista al Reading the West Award.
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