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20 anni di Shantaram: 10 motivi per leggere questo capolavoro

  • Immagine del redattore: Elisa Lucchesi
    Elisa Lucchesi
  • 12 apr
  • Tempo di lettura: 4 min
20 anni di Shantaram, grazie Neri Pozza!

Il 12 aprile 2005, Shantaram di Gregory David Roberts arrivava in Italia grazie alla casa editrice Neri Pozza, e da allora il romanzo ha conquistato milioni di lettori, diventando un vero e proprio fenomeno letterario. Un'opera che, a vent'anni dalla sua pubblicazione, continua a risuonare con la stessa intensità, come una testimonianza vivida di un viaggio fisico e spirituale, ambientato nelle strade pulsanti di Bombay.

shantaram 20 anni

Trama

Shantaram si apre con l’arrivo di Greg, un uomo in fuga dal suo passato oscuro, nella caotica Bombay. Con un passaporto falso e una chitarra a tracolla, il protagonista si tuffa in una città che sembra uscita da un incubo, ma che si rivelerà essere la sua salvezza. Ex rivoluzionario e criminale condannato a 19 anni di carcere in Australia, Greg è scappato dal carcere di Pentridge ed è ora pronto a ricominciare una nuova vita. A Bombay, assume il nome di Lin, e si inserisce in un mondo dove l'umanità e la miseria convivono fianco a fianco.

La città si rivela essere un microcosmo di contraddizioni: da una parte il calore della gente, i colori, i profumi che pervadono ogni angolo; dall'altra la lotta quotidiana per la sopravvivenza, l'odore di morte e di violenza che non smette mai di fluttuare nell’aria. Lin fonda un ospedale per i poveri e i malati, entra nel mondo del cinema di Bollywood, ma allo stesso tempo si trova coinvolto in traffici illeciti e in guerre internazionali, tra Afghanistan e Pakistan.


Il mio incontro con Shantaram

Ho letto Shantaram cinque anni fa, di ritorno dalla Cina, nel pieno del caos Covid.

Il rientro non era previsto, né desiderato. Mi è piombato addosso come una valigia che ti cade dall’alto di un portabagagli proprio sul mignolo del piede sinistro.

Ero tornata in Italia piena di nostalgia e il mal d’Asia.

Non avevo ancora saziato la mia fame di viaggio, di odori speziati, di strade impolverate, di persone incontrate per caso e rimaste nell’anima.

Eravamo talmente chiusi in casa che anche affacciarsi al balcone sembrava un atto rivoluzionario… te la do io l’Asia!

È in quel momento che mi sono imbattuta in Shantaram. Non lo cercavo, ma è stato lui a trovare me. Avevo bisogno di perdermi in una storia che sapesse di vero, di tangibile, una storia che mi portasse lontano senza muovermi dal divano.

Non vi farò una recensione, non ne sarei capace.

L’ho letto anni fa, le trame sfumano, i dettagli si mischiano, ma le emozioni sono ancora tutte lì. Shantaram non è un libro che si dimentica. È un’esperienza, un viaggio a occhi aperti.


10 motivi per cui dovreste leggere Shantaram

Per il suo ventesimo anniversario, voglio celebrarlo con ciò che mi è rimasto.

Ho dato un’occhiata anche alle centinaia di recensioni su Goodreads, e ho ritrovato molte delle sensazioni che avevo provato io.

Ecco allora dieci motivi per cui, secondo me (e secondo tanti altri), vale la pena leggere Shantaram:


  1. Un’immersione totale in Bombay

    Roberts riesce a farci sentire gli odori delle spezie e del sudore, il rumore dei clacson, la sabbia che ti si infila nei sandali. È un romanzo che ti catapulta nel cuore pulsante della città, con i suoi eccessi, la sua miseria e la sua poesia.


  2. Una storia potente di redenzione

    Il protagonista, Lin, fugge da un passato oscuro e tenta di reinventarsi in una città che non perdona. È una storia di cadute e risalite, di ferite e rinascite, che ti spinge a riflettere sulla possibilità — e il prezzo — del cambiamento.


  3. Temi profondi, universali

    Libertà, destino, amore, amicizia, dolore, giustizia.

    Shantaram parla di tutto questo, senza mai diventare pedante. Sono riflessioni che scivolano nel flusso della narrazione e ti restano dentro.


  4. Personaggi che non si dimenticano

    Prabaker, Khaderbhai, Karla. Non sono solo comparse: sono anime vive. Ti fanno ridere, commuovere, arrabbiare. Alcuni diventano amici immaginari che non vuoi più lasciare.


  5. Azione e poesia

    La narrazione alterna scene adrenaliniche — sparatorie, evasioni, traffici — a momenti di profonda introspezione e umanità. C’è il ritmo di un thriller e la densità emotiva di un memoir.


  6. Una scrittura intensa e ricca di immagini

    Roberts ha uno stile personale, a volte eccessivo, ma sempre sincero. Alcune frasi sembrano scolpite nella pietra. Sono quelle che sottolinei, che ti rileggi, che ti tornano in mente nei momenti inaspettati.


  7. Una storia vera (quasi)

    Il libro nasce dall’esperienza reale dell’autore, ex detenuto evaso, che ha vissuto davvero in India. Sapere che gran parte di ciò che si legge è successo davvero rende tutto ancora più potente.


  8. Uno sguardo complesso su criminalità e umanità

    Non c’è romanticismo nella miseria, ma nemmeno condanna. C’è il tentativo onesto di capire un mondo difficile, fatto di compromessi, di lotte, ma anche di gesti di sorprendente bellezza.


  9. Un libro che si vive, non solo si legge

    Shantaram ti assorbe. È come un viaggio che fai tu, in prima persona. Molti lettori dicono di averlo “abitato”, più che letto. Io non posso che confermare.


  10. L’amore in tutte le sue forme

    Non solo quello passionale o tormentato, ma anche l’amore per una città, per un popolo, per una comunità. L’amore che guarisce, che disarma, che a volte fa male — ma che è sempre, in qualche modo, necessario.


Se non l’avete ancora letto, questo è il momento giusto per farlo.

E se pensate che 1200 pagine siano troppe, vi sbagliate di grosso! Shantaram è uno di quei libri che, più leggi, più ne vuoi.

Ma non preoccupatevi!! C’è una bella notizia: il seguito vi aspetta! L'ombra della montagna è pronto a tenervi compagnia con altre 1100 pagine di avventure, emozioni e riflessioni!


Invidio chi non ha ancora letto queste meraviglie!

Buona lettura eeeee buon viaggio!!

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